Calchi

Nel Settecento le Gipsoteche erano diventate un elemento irrinunciabile delle accademie d’arte in tutta Europa. Anche a Genova, alla fondazione della Ligustica, nel 1751, venne avviata la costituzione di una Gipsoteca, poiché i calchi in gesso, insieme con le incisioni di riproduzione, costituivano modelli e repertori indispensabili per una didattica improntata allo studio del “bello antico” e al confronto con le opere dei grandi maestri attraverso la pratica della copia.
Come documentano gli inventari ottocenteschi e un disegno conservato nell’archivio dell’istituto, dal 1831, dopo il trasferimento nell’attuale sede, i calchi delle opere monumentali e più prestigiose – dall’Ercole Farnese al Gladiatore Borghese, dalle figure del Crepuscolo e dell’Aurora delle tombe Medicee di Michelangelo al Mercurio di Thorwaldsen - occupavano la grande sala a colonne detta “Sala delle Statue o Gessi”, posti su basi in legno dal profilo modanato laccate in grigio.
Moltissimi altri esemplari che comprendevano anche calchi parziali o elementi architettonici, decorativi, o anatomici, erano allineati su mensole alle pareti delle aule delle diverse discipline o nelle gallerie sottotetto.
La destinazione didattica del materiale, che comportava rischi accidentali negli spostamenti, e il continuo logorio legato all’uso, oltre ai ripetuti trasferimenti della scuola e in ultimo ai danni subiti nel corso dei bombardamenti del 1942, hanno drasticamente ridotto la consistenza della collezione.
Oggi quanto rimane è conservato nei depositi del museo, visibile su richiesta, in attesa di un necessario intervento di restauro che ne renda possibile l’esposizione al pubblico.
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